2011

Zedz

Un carico di cubi di legno rosso fiammante e un nome che si fa leggere dall’alto. Come parti di un tempio moderno, dal terreno emergono forme geometriche diverse pronte a regalarsi a chiunque. Il codice visivo di ZEDZ è di un’arte da fruire, da vivere, con cui stabilire un rapporto diretto. Sedersi, arrampicarsi, riposarsi sull’opera, facendo dell’arte motivo di aggregazione. O forse il messaggio è un altro. Quello che solo dall’alto si può vedere, quello che trova un senso all’accostamento casuale dei cubi. Quello che grida una sola parola di quattro lettere, in perfetto stile writing: ZEDZ, il nome dell’artista.

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A load of bright red wooden cubes and a name that can be seen from above. Like part of a modern temple, from the ground geometric shapes rise above, ready to give themselves to anyone. ZEDZ’s visual code is an art to physically make use of, to live, to create arelationship with. Sitting, climbing or resting on the artwork, making of the art-piece a reason to congregate. Or maybe the message is another one. One that can only be seen from above, one that makes sense in the casual arrangement of cubes. A message that screams out just one word made of four letters, in perfect ‘writing’ style: ZEDZ, the name of the artist.

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