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2013

What a Wonderful City

L’arte urbana è una voce del vocabolario urbano, in tutte le sue declinazioni parla allo spettatore/cittadino, modifica lo spazio, lascia una traccia estetica, compone un racconto. È proprio nel quotidiano e nella consuetudine urbana che queste opere d’arte si inseriscono: come un corpo estraneo queste creano un’interferenza, un disturbo visivo, colmato solo nel momento in cui manipolano il tessuto urbano diventando tracce estetiche, in un futuro sedimentate. Come in numerose metropoli internazionali, anche a Roma, grazie ad Outdoor, si è costituito ad Ostiense il quartiere della Street Art, non un semplice museo a cielo aperto, ma un palcoscenico di un cambiamento veloce e repentino che, a differenza di altre esperienze artistiche, è stato velocemente acquisito. In questi luoghi, nel corso di quattro anni, la sedimentazione di tracce estetiche ha avuto un corso improvviso e inatteso: muro dopo muro, intervento dopo intervento, diverse istituzioni e attori del settore dell’arte si sono accorti del cambiamento e hanno deciso di prenderne parte. Nell’edizione del 2013 il festival si è presentato come una piattaforma aperta. Il legame con la Street Art rimane saldo, ma nuovi fili si aggiungono alla matassa.

Testo di Antonella Di Lullo

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Urban art is a voice of  vocabulary, through all its declinations it talks to the spectator/city-dweller, modifies spaces, leaves an aesthetic mark and tells a story. It is in everyday life and urban habits that these artworks best fit in: like an exogenous object they create an interference, a visual disturbance, that is repaired the moment they manipulate the urban fabric, thus becoming aesthetic marks that will be buried in the future. Like in numerous other international cities, even Rome now, thanks to Outdoor, has established a Street Art neighbourhood. Not just an open air museum, but a stage for the speedy and swift change that, unlike many other artistic ventures, has been rapidly accepted.  In these spaces, during the last four years, the deposition of aesthetic traces has taken on an unexpected and sudden route: wall after wall, intervention after intervention, various institutions and actors of the artistic world have come to realise this change and have decided to take part. In the 2013 edition the festival will be presented itself as an open platform. There is still a solid link to the street, but new threads will be added to its bundle.

Text by Antonella Di Lullo

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